LA SCRITTURA COLLETTIVA IN WEB
di Valentino Sala ( © 2013) Articolo pubblicato su Oregina InForma Anno I - numero 3
Far partecipi altre persone della propria passione per la narrazione scritta è spesso cosa ardua e indigesta, se si eccettuano coloro che condividono lo stesso interesse e anche in questo caso lo si fa con molta riservatezza, ma la scrittura ha una sua ragion d'essere, profondamente connaturata nelle nostre emozioni e appartenente al mondo della fantasia ancestrale, che ogni essere umano possiede, anche se spesso non s'intuisce o si contiene, imprigionata in una parte ben nascosta del proprio inconscio. Poche persone infatti, tra quelle che scrivono, parleranno con leggerezza e spensieratezza di questa avventura interiore. Il percorso che porta a condividere la propria fantasia narrativa (con questo termine si intende tutto ciò che di fantastico elabora la nostra mente) non è breve ed è spesso tanto accidentato, quanto grandi sono le paure che si concretizzano, superando ogni improvviso angolo; paure che si materializzano e si frappongono tra la nostra naturale propensione al racconto e i destinatari di questo. La narrazione di eventi, condita da particolari personali e invenzioni del narratore, ha origine nella notte dei tempi. Leggende, fiabe, filastrocche, ballate e storie popolari ne sono il primo esempio per raggiungere poi le vette delle epopee e dei poemi epici. Questo ci permette di dire che la narrazione stessa è una costante nella storia umana, un passo evolutivo che fa parte del modo di comunicare della nostra specie, talmente protratta nel tempo da diventare identificativa della specie. La tradizione popolare di stampo orale ha ceduto sempre il passo alla scrittura o, per meglio dire, si è integrata con la scrittura – una volta appartenente solo ai dotti letterati – per poter conservare una memoria di ciò che gli uomini hanno narrato nel tempo, così la narrazione popolare è divenuta anche scritta.
Il “narratore popolare”, ha spesso timore del giudizio altrui e tiene chiuse nel cassetto le proprie storie, a volte addirittura in un cassetto virtuale della propria mente, senza neanche far uscire la propria voglia di narrare allo scoperto. Nell'era di internet però, a causa del proliferare di innumerevoli siti web dedicati alla scrittura - se così mi è consentito dire - “per tutti”, il fenomeno di chi prende carta e penna o meglio, si mette davanti alla tastiera di un computer per scrivere storie, ha preso più campo. L'opportunità di esprimere la propria fantasia, mascherandosi dietro a un nickname, non lascia irrisolte però le nostre paure, tra le quali campeggia indisturbata e ben visibile sul podio del vincitore, quella di trovare denigratori o anche semplicemente correttori che criticano più o meno aspramente il modo di scrivere, l'esposizione e l'uso della lingua (argomento questo talmente vasto da non poter essere qui trattato in maniera soddisfacente). Questa paura è ben distinguibile nelle premesse sulle quali ci si sofferma quasi sempre, nell'atto di rendere uno scritto pubblico: si passa dal precisare che si tratta solo di una bozza, all'affermare che la storia è da rivedere, da riscrivere, buttata giù e non ancora riletta e altri ritrovati che permettono di frapporre una barriera difensiva tra gli altrui giudizi e la propria autostima.
Il ritrovato che viene incontro a scrittori di ogni livello, è la comparsa della scrittura collettiva online. Luoghi dove si interagisce con altri scrittori, aspiranti o meno, creando storie nuove o modificandone di già esistenti. Gli esempi più comuni sono dati dai forum di fan-fiction, che sorgono numerosi sul web. La fan-fiction per chi non ne conoscesse il significato è l'atto di scrivere storie, solitamente neverending (ovvero, senza finale), che abbiano come argomento di riferimento un film, una serie di film, serie televisive oppure romanzi e racconti di fama internazionale. La maggior parte di chi scrive fan-fiction usa i personaggi originari delle storie conosciute, tentando faticosamente di farli rimanere “in character”, ovvero di non farli discostare da ciò che il personaggio originale avrebbe fatto o detto (in poche parole fedeli cloni del personaggio originario), spesso non riuscendovi per un motivo che spiegherò in seguito. Altre persone si dedicano invece alla creazione di nuovi personaggi da loro stessi creati, che agiscano (spesso in epoche diverse da quella della storia originaria) in un'ambientazione a volte estremamente fedele, a volte simile o solamente derivata da quella originaria. Esistono poi, al di fuori della fan-fiction, veri e propri “creatori di mondi”, che assieme creano ambientazioni e personaggi originali.
Agganciandosi a ciò che ho affermato precedentemente a proposito della natura secolare della narrazione nell'essere umano, si può capire come le nostre emozioni personali siano parte fondamentale nella narrazione stessa. Le storie e i personaggi trasudano di noi stessi, del nostro modo di essere, di pensare, fantasticare, vivere, provare gioia, dolore, allegria e tristezza. Le storie e i personaggi sono una nostra espansione ed è questo il motivo per cui la narrazione "in character" durante la stesura di una fan-fiction, diventa davvero difficile. La ragione è molto semplice e lampante: i personaggi di cui si va a scrivere in questo caso, sono nati dalle emozioni di un'altra persona e non dalle nostre.
Scrivere storie collettivamente, oltre ad essere una pratica culturale sociale che permette di confrontarsi con altri, consente anche di imparare da chi scrive meglio di noi, capire gli errori e tentare di correggerli. Personalmente trovo che sviscerare le proprie emozioni, gettandole letteralmente nella creazione di una storia e di un personaggio sia in grado di ampliare i propri orizzonti. Sicuramente esisterà sempre qualcuno che vorrà criticare senza dare una motivazione alle proprie critiche, ma si possono anche trovare persone che per pura passione cercano per quanto sia loro possibile, di aiutare e spronare, pronte a riconoscere anche i minimi miglioramenti. Scrivere e lasciare la propria fantasia creare nuove storie attraverso le proprie emozioni, secondo la mia personale esperienza è un'esperienza ineguagliabile. Non ci si curi di chi sa solo criticare senza proporre alternative o dare consigli utili, ma allo stesso tempo non ci si aspetti che altri trasmutino in scrittura le nostre emozioni.
Far partecipi altre persone della propria passione per la narrazione scritta è spesso cosa ardua e indigesta, se si eccettuano coloro che condividono lo stesso interesse e anche in questo caso lo si fa con molta riservatezza, ma la scrittura ha una sua ragion d'essere, profondamente connaturata nelle nostre emozioni e appartenente al mondo della fantasia ancestrale, che ogni essere umano possiede, anche se spesso non s'intuisce o si contiene, imprigionata in una parte ben nascosta del proprio inconscio. Poche persone infatti, tra quelle che scrivono, parleranno con leggerezza e spensieratezza di questa avventura interiore. Il percorso che porta a condividere la propria fantasia narrativa (con questo termine si intende tutto ciò che di fantastico elabora la nostra mente) non è breve ed è spesso tanto accidentato, quanto grandi sono le paure che si concretizzano, superando ogni improvviso angolo; paure che si materializzano e si frappongono tra la nostra naturale propensione al racconto e i destinatari di questo. La narrazione di eventi, condita da particolari personali e invenzioni del narratore, ha origine nella notte dei tempi. Leggende, fiabe, filastrocche, ballate e storie popolari ne sono il primo esempio per raggiungere poi le vette delle epopee e dei poemi epici. Questo ci permette di dire che la narrazione stessa è una costante nella storia umana, un passo evolutivo che fa parte del modo di comunicare della nostra specie, talmente protratta nel tempo da diventare identificativa della specie. La tradizione popolare di stampo orale ha ceduto sempre il passo alla scrittura o, per meglio dire, si è integrata con la scrittura – una volta appartenente solo ai dotti letterati – per poter conservare una memoria di ciò che gli uomini hanno narrato nel tempo, così la narrazione popolare è divenuta anche scritta.
Il “narratore popolare”, ha spesso timore del giudizio altrui e tiene chiuse nel cassetto le proprie storie, a volte addirittura in un cassetto virtuale della propria mente, senza neanche far uscire la propria voglia di narrare allo scoperto. Nell'era di internet però, a causa del proliferare di innumerevoli siti web dedicati alla scrittura - se così mi è consentito dire - “per tutti”, il fenomeno di chi prende carta e penna o meglio, si mette davanti alla tastiera di un computer per scrivere storie, ha preso più campo. L'opportunità di esprimere la propria fantasia, mascherandosi dietro a un nickname, non lascia irrisolte però le nostre paure, tra le quali campeggia indisturbata e ben visibile sul podio del vincitore, quella di trovare denigratori o anche semplicemente correttori che criticano più o meno aspramente il modo di scrivere, l'esposizione e l'uso della lingua (argomento questo talmente vasto da non poter essere qui trattato in maniera soddisfacente). Questa paura è ben distinguibile nelle premesse sulle quali ci si sofferma quasi sempre, nell'atto di rendere uno scritto pubblico: si passa dal precisare che si tratta solo di una bozza, all'affermare che la storia è da rivedere, da riscrivere, buttata giù e non ancora riletta e altri ritrovati che permettono di frapporre una barriera difensiva tra gli altrui giudizi e la propria autostima.
Il ritrovato che viene incontro a scrittori di ogni livello, è la comparsa della scrittura collettiva online. Luoghi dove si interagisce con altri scrittori, aspiranti o meno, creando storie nuove o modificandone di già esistenti. Gli esempi più comuni sono dati dai forum di fan-fiction, che sorgono numerosi sul web. La fan-fiction per chi non ne conoscesse il significato è l'atto di scrivere storie, solitamente neverending (ovvero, senza finale), che abbiano come argomento di riferimento un film, una serie di film, serie televisive oppure romanzi e racconti di fama internazionale. La maggior parte di chi scrive fan-fiction usa i personaggi originari delle storie conosciute, tentando faticosamente di farli rimanere “in character”, ovvero di non farli discostare da ciò che il personaggio originale avrebbe fatto o detto (in poche parole fedeli cloni del personaggio originario), spesso non riuscendovi per un motivo che spiegherò in seguito. Altre persone si dedicano invece alla creazione di nuovi personaggi da loro stessi creati, che agiscano (spesso in epoche diverse da quella della storia originaria) in un'ambientazione a volte estremamente fedele, a volte simile o solamente derivata da quella originaria. Esistono poi, al di fuori della fan-fiction, veri e propri “creatori di mondi”, che assieme creano ambientazioni e personaggi originali.
Agganciandosi a ciò che ho affermato precedentemente a proposito della natura secolare della narrazione nell'essere umano, si può capire come le nostre emozioni personali siano parte fondamentale nella narrazione stessa. Le storie e i personaggi trasudano di noi stessi, del nostro modo di essere, di pensare, fantasticare, vivere, provare gioia, dolore, allegria e tristezza. Le storie e i personaggi sono una nostra espansione ed è questo il motivo per cui la narrazione "in character" durante la stesura di una fan-fiction, diventa davvero difficile. La ragione è molto semplice e lampante: i personaggi di cui si va a scrivere in questo caso, sono nati dalle emozioni di un'altra persona e non dalle nostre.
Scrivere storie collettivamente, oltre ad essere una pratica culturale sociale che permette di confrontarsi con altri, consente anche di imparare da chi scrive meglio di noi, capire gli errori e tentare di correggerli. Personalmente trovo che sviscerare le proprie emozioni, gettandole letteralmente nella creazione di una storia e di un personaggio sia in grado di ampliare i propri orizzonti. Sicuramente esisterà sempre qualcuno che vorrà criticare senza dare una motivazione alle proprie critiche, ma si possono anche trovare persone che per pura passione cercano per quanto sia loro possibile, di aiutare e spronare, pronte a riconoscere anche i minimi miglioramenti. Scrivere e lasciare la propria fantasia creare nuove storie attraverso le proprie emozioni, secondo la mia personale esperienza è un'esperienza ineguagliabile. Non ci si curi di chi sa solo criticare senza proporre alternative o dare consigli utili, ma allo stesso tempo non ci si aspetti che altri trasmutino in scrittura le nostre emozioni.
Tutti i testi di narrativa e articoli presenti su questo sito sono: ©Valentino Sala (Tutti i diritti riservati)